RIABILITAZIONE IN CASO DI FRATTURA DEL POLSO
La frattura del polso può essere considerata un incidente abbastanza comune che coinvolge tutte le fasce d’età. In genere, nelle persone giovani è causata da attività fisica, mentre nei soggetti anziani dall’osteoporosi.
La frattura del polso avviene per la rottura delle ossa dell’articolazione radiocarpiale che è quella che consente la flessibilità del polso e della mano. Il polso comprende otto ossa, suddivise in due file, che sono tenute insieme dai legamenti. La fila prossimale, che è quella vicino all’avambraccio, è composta da quattro ossa collegate all’estremità distale del radio e dell’ulna: scafoide, semilunare, piramidale, pisiforme.
Vicino alle dita c’è la fila distale, costituita anch’essa da quatro ossa collegate alle osa metacarpali: trapezio, trapezoide, capitato, uncinato.
In effetti l’articolazione del polso è piuttosto complessa, per garantire diversi movimenti. Ecco perché anche il tipo di frattura che se ne può ricavare non è da sottovalutare, soprattutto quando ci troviamo di fronte ad una frattura al polso scomposta.
I sintomi principale della frattura al polso sono il dolore, gonfiore e in alcuni casi può essere presente anche una deformità articolare. Il dolore della frattura al polso si accentua con i movimenti.
Per capire esattamente se si è in presenza di una vera frattura
si ricorrere ad un esame radiografico, anche se i sintomi non sono particolarmente accentuati. In base alla radiografia e ad altri fattori, come, ad esempio, l’età del paziente, il medico può decidere se portare avanti un trattamento conservativo o un intervento chirurgico.
COSA FARE
Per la frattura del polso la riabilitazione risulta di fondamentale importanza soprattutto per i tempi di recupero. La riabilitazione può iniziare già durante il periodo di immobilizzazione. Nell’applicazione del tutore gessato vanno lasciare libere le articolazioni metacarpo falangee per scongiugare l’insorgere di edemi della mano e rigidità delle varie articolazioni.
Fondamentali sono gli esercizi attivi e passivi, in particolare si dimostrano utili le attività di mobilizzazione con carichi crescenti, per ridare forza muscolare. Molto utili per il recupero della mobilità dell’articolazione risultano essere trattamenti come la radioterapia e la magnetoterapia.