LA DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA

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La distorsione della caviglia è uno dei principali traumi per chi pratica sport ma capita anche nella vita di tutti i giorni in seguito ad un banale incidente. L’eccessivo movimento del piede, oltre i gradi fisiologici dell’articolazione, provoca un conseguente stiramento dei legamenti.
Nella maggioranza dei casi, la distorsione della caviglia avviene in inversione (pianta del piede rivolta verso l’interno) provocando uno stiramento del comparto legamentoso esterno, soprattutto del legamento peroneo-astralgico anteriore (LPAA). I minor casi riguardano le distorsioni in eversione (vale a dire con la pianta del piede rivolta verso l’esterno) con conseguente stiramento del legamento deltoideo.

CLASSIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI


  • Grado 0: tilt astragalico inferiore a 8°, non rotture legamentose
  • Grado 1: tilt astragalico (10°-20°), rottura legamento peroneo-astragalico anteriore
  • Grado 2: tilt astragalico (20°-30°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore e peroneo calcaneare
  • Grado 3: tilt astragalico superiore a 30°, rottura di tre legamenti

Altri invece suddividono i traumi distorsivi in base a soli tre gradi di gravità distorsioni di 1° grado distorsioni di 2° grado distorsioni di 3° grado (Clanton, 1999):

  • Distorsioni di 1° grado (Clanton, 1999) Lesione parziale di un legamento tumefazione dolore sospensione dell’attività sportiva
  • Distorsioni di 2° grado (Clanton, 1999) Lesione parziale di uno o più legamenti tumefazione dolore instabilità articolare sospensione dell’attività sportiva
  • Distorsioni di 3° grado (Clanton, 1999) Lesione totale di uno o più legamenti tumefazione dolore grave instabilità articolare abbandono dell’attività sportiva

COSA FARE


Nei traumi più importarti, in presenza di forte dolore, ematoma ed impossibilità a caricare il peso sull’arto, è necessaria una radiografia per escludere fratture.

A seguito di un trauma distorsivo, nelle prime ore si appplica il protocollo R.I.C.E (Rest Ice Compression Elevation): riposo, ghiaccio, compressione, elevazione.
La riabilitazione può consistere in due fasi distinte.

Nella prima fase si mira a ridurre il gonfiore, l’infiammazione e il dolore tramite sedute di fisioterapia con:

  • crioultrasuoni: la crioterapia inibisce i recettori del dolore a livello dermico; inoltre determina una vasocostrizione locale con riduzione dell’edema
  • laser ad alta energia: azione antinfiammatoria ed antalgica
  • linfodrenaggio

Successivamente, la riabilitazione punta al recupero della forza della caviglia, del movimento e al ripristino della propriocezione. In questa fase, il paziente viene sottoposto ad esercizi su superfici instabili quali tavole oscillanti e cuscini ad aria.

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