COLPO DELLA STREGA, PREVENIRLO SI PUO’…

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COLPO DELLA STREGA, PREVENIRLO SI PUÒ…


Vi state chinando. Un movimento comune, “che avete sempre fatto”, per raccogliere qualcosa e all’improvviso, come una pugnalata alle spalle, un dolore acutissimo vi blocca la schiena.

BRUTTA NOTIZIA

Fermi per una settimana!

Il medico vi prescrive antidolorifici e antinfiammatori. È il famoso “colpo della strega”, dite ai vostri colleghi quando tornate al lavoro. Ma la“strega”si nasconde nella vita di tutti i giorni compreso il lavoro: in edilizia, in agricoltura, nel magazzinaggio e in tante altre attività, come in ospedale quando si spostano i pazienti non autosufficienti.

Il sollevamento e il trasporto di carichi pesanti logorano la colonna vertebrale giorno dopo giorno e ne minano l’integrità. Ma anche stando a lungo nella stessa posizione, spesso in modo incongruo e disagevole, davanti a un video o in un ufficio.

BELLA NOTIZIA

Stanare e cacciare la “strega” è possibile. Vediamo come.

LAVORO CON POSTURA FISSA IN PIEDI


La rinosinusite si caratterizza dalla congestione delle fosse nasali con limitazione della respirazione nasale e produzione di essudato mucoso denso e viscoso, che può tendere al giallastro o verde. In questa situazione la lacrimazione aumenta, il senso di peso a livello della proiezione dei seni paranasali sul volto può trasformarsi in vera e propria cefalalgia. Convenzionalmente si distingue tra rinosinusite acuta e cronica, dove la prima vede la scomparsa dei sintomi entro 12 settimane e la seconda la loro persistenza oltre questo periodo temporale.

I sintomi della rinosinusite includono:

Quando si lavora in piedi, un piano di lavoro troppo basso e/o troppo profondo costringe a mantenere a lungo il tronco inclinato.
Un piano di lavoro troppo alto obbliga a mantenere le braccia sollevate.
L’uso ripetuto di un pedale può provocare disturbi agli arti inferiori.

Un piano di lavoro è di altezza adeguata quando consente di lavorare mantenendo il gomito ad angolo retto; la profondità di tale piano non dovrebbe superare 50-55 cm.
Queste caratteristiche permettono di mantenere la schiena eretta.
Per non stancare le gambe è utile appoggiare alternativamente un piede su un rialzo.

LAVORO CON POSTURA FISSA SEDUTA


Una posizione di lavoro seduta a tronco flesso può essere dovuta:

  • a errata strutturazione del piano di lavoro (troppo basso, troppo alto o troppo distante)
  • all’assenza di spazio per ben alloggiare gli arti inferiori (presenza di leve, motori, ecc.)

Lavorare appoggiando gli avambracci su piani di lavoro ben progettati o introducendo periodi di riposo muscolare, potrà evitare questi problemi.

Lavorare a braccia sollevate o comunque non appoggiate può portare a problemi agli arti superiori e alla schiena.

La disponibilità di un adeguato spazio per gli arti inferiori rende possibile l’uso dello schienale.

Quando il punto di lavorazione è sollevato dal piano principale è bene procurarsi un appoggio per gli avambracci.

Non usare sedili senza schienale. Ricordare di mantenere:

  • i piedi sempre ben appoggiati sul pavimento o su un poggiapiedi
  • la schiena ben appoggiata allo schienale

Evitare di stare seduti con la schiena ingobbita. A tal fine è importante che il tavolo abbia sufficiente spazio per le gambe

Ricordare che, per evitare i disturbi alla colonna vertebrale, è importante cambiare posizione spesso (almeno ogni ora), alternando la posizione seduta con quella in piedi o viceversa, facendo qualche passo e muovendo la schiena, le spalle, il collo e le braccia.

Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato ed allestito in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e tutti i possibili movimenti operativi del- l’addetto.

Il tavolo, per essere adeguato al lavoro col VDT ( videoterminale ), deve avere queste caratteristiche:

  • Altezza del piano: fissa o regolabile, indicativamente compresa tra 70 e 80 cm
  • Spazio sotto il piano di lavoro
    la profondità deve consentire l’alloggiamento delle gambe semidistese

    la larghezza e l’altezza di tale spazio devono consentire al sedile di infilarsi affinché siano garantite all’operatore la posizione frontale rispetto allo schermo e il comodo alloggiamento delle gambe
  • Profondità del piano: deve assicurare una corretta distanza visiva ed eventualmente un supporto per gli avambracci.
  • Distanza visiva ottimale dal monitor cm. 50-70
  • Larghezza del piano: deve essere adeguata al tipo di lavoro svolto, indipendentemente dal fatto che il tavolo sia singolo, doppio o angolare.

In ogni caso la profondità e la larghezza devono consentire di disporre i materiali e le attrezzature (schermo, tastiera, mouse, leggio porta-documenti) in funzione dell’attività da svolgere nonché consentire un appoggio per gli avambracci dell’operatore davanti alla tastiera nel corso della digitazione.

Inoltre, se viene utilizzato il mouse, è necessario che sulla scrivania vi sia uno spazio adeguato per consentire il suo corretto utilizzo: in generale uno spazio piano alla destra ( o sinistra se l’operatore è mancino) immediatamente vicino alla tastiera di cm. 25 x 20 circa.
È consigliabile utilizzare l’apposito tappetino.

  • Il sedile deve possedere le seguenti caratteristiche:
  • Essere di tipo girevole, saldo contro lo slittamento e il rovesciamento, dotato di basamento stabile (solitamente a cinque punti di appoggio)
  • Avere i bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapo- re acqueo e pulibile
  • Essere facilmente spostabile anche in rapporto al tipo di pavimento

Lo schermo (o video) deve essere inclinabile e facilmente orientabile per evitare problemi di riflessione sullo schermo.

La tastiera deve essere inclinabile, dissociata dallo schermo e posizionata davanti allo stesso con uno spazio sufficiente per consentire l’appoggio delle mani e degli avambracci del- l’utilizzatore.

Il mouse, od eventuali altri dispositivi di uso frequentedevono essere posti sullo stesso piano della tastiera e facilmente raggiungibili.

Il supporto per i documenti o leggio porta-documenti, se presente, deve essere stabile ad inclinazione regolabile, secondo le esigenze dell’operatore, e collocato in modo da ridurre il più possibile i movimenti della testa e degli occhi.

LA SISTEMAZIONE DEL POSTO DI LAVORO CON VDT


Computer portatili: l’impiego prolungato dei computer portatili necessita della fornitura di una tastiera esterna e di un mouse o altro dispositivo di puntamento separati nonché di un idoneo supporto che consenta di posizionare lo schermo ad una corretta altezza.

L’altezza del sedile deve essere regolata dall’operatore affinché possa assumere la posizione corretta: gambe piegate a 90°, con i piedi ben appoggiati sul pavimento, braccia piegate a 90° e avambracci poggiati sulla scrivania per alleviare il carico sulla schiena.

Se il sedile o il tavolo sono troppo alti procurarsi un poggiapiedi di altezza adeguata.

Altezza dello schienale

Il supporto lombare dello schienale, che deve essere regolabile sia in altezza sia in inclinazione, va posizionato dall’addetto a livello del giro-vita in modo da sostenere l’intera zona lombare.

Inclinazione dello schienale

Evitare di tenere lo schienale inclinato in avanti e comunque di lavorare a lungo col tronco flesso. Inclinare a piacimento lo schienale da 90° a 110° tenendo la schiena poggiata allo schienale nel tratto lombare. Può essere utile cambiare l’inclinazione durante la giornata e, al riguardo, sono preferibili le sedie che permettono una posizione seduta dinamica (con lo schienale che asseconda i movimenti naturali del corpo quando ci si piega in avanti o all’indietro).

Per evitare di creare problemi di circolazione del sangue, il sedile deve avere un profilo smussato in corrispondenza delle cosce ed è opportuno che l’operatore allunghi spesso le gambe e/o cambi la loro posizione durante il lavoro, evitando di accavallarle.

La posizione dello schermo deve poter essere regolata dall’utilizzatore affinché gli occhi siano allineati con lo spigolo superiore dello schermo, ad una distanza compresa tra i 50-70 cm., per mantenere la curvatura fisiologica del collo.

PAUSE E CAMBIAMENTI DI ATTIVITÀ


I disturbi muscoloscheletrici e visivi, tipici del lavoro al VDT, possono essere evitati mediante pause o cambiamenti di attività che interrompano:

  • L’impegno visivo ravvicinato, protratto e statico
  • La fissità della posizione seduta
  • L’impegno delle strutture della mano e dell’avambraccio nella digitazione

Ove possibile, è opportuno organizzare il proprio lavoro alternando periodi al VDT con periodi, anche di pochi minuti, in cui si svolgano compiti che permettano di sgranchirsi le braccia e la schiena e non comportino la visione ravvicinata.
Nelle pause di lavoro (tutte, non solo quelle previste per legge) evitare di rimanere seduti e di impegnare la vista (es. leggendo il giornale o navigando su Internet).

CONSIGLI PER LA PREVENZIONE DEI DISTURBI ALLA SCHIENA NELLA VITA EXTRALAVORATIVA


Evitare di portare un grosso peso con un solo braccio. È meglio suddividerlo in due pesi uguali da tenere con le due braccia.

Se si porta una borsa, tenerla a lungo in mano può risultare dannoso: decisamente meglio portarla a spalla o a tracolla. Naturalmente è utile cambiare spesso la spalla di appoggio ed è bene evitare di riempirla troppo.

Quando si sta in poltrona

Non sprofondare in una poltrona troppo morbida. Cercare di tenere la schiena bene appoggiata. Eventualmente usare un cuscino dietro il collo e la schiena.

Quando si guida l’automobile

Non inclinare troppo lo schienale. Cercare di appoggiare bene tutta la schiena e il collo. Se si deve viaggiare per lunghi periodi, interrompere la guida almeno ogni ora per fare quattro passi e sgranchire le braccia, le gambe e la schiena.

Se si deve lavorare a maglia o cucire

Evitare di stare a lungo chinati in avanti. Appoggiarsi allo schienale e ai braccioli. Evitare comunque di mantenere a lungo questa posizione: almeno ogni mezz’ora alzarsi e fare due passi.

Quando si è a letto

Non usare una rete o un materasso che si deformino eccessivamente sotto il peso del corpo .
Usare una rete rigida, un materasso che dia un adeguato sostegno al corpo ed un cuscino basso affinché il capo sia allineato con il resto del corpo. Evitare la posizione prona se si soffre di dolori alla schiena.

CHE FARE DUNQUE ?


Per mantenere la schiena in buona salute occorre anche rilassare, allungare, rinforzare determinati gruppi muscolari.

  • IL RILASSAMENTOva eseguito prima degli altri esercizi o quando si sentono il collo e la schiena particolarmente stanchi
  • L’ALLUNGAMENTOha funzione di allungare tendini e muscoli; ridurre la tensione muscolare e migliorare la mobilità delle articolazioni. Va eseguito con calma: non si deve provare dolore, ma solo una sensazione di tensione
  • IL RINFORZOserve ad aumentare la forza di muscoli che in genere non vengono usati (es.: addominali, glutei, alcuni muscoli della coscia, ecc.) e che invece, correttamente tonificati, vanno ad alleviare il carico di lavoro della schiena.

Eseguire i seguenti esercizi almeno due volte alla settimana. L’insieme degli esercizi dura circa mezz’ora.

Si ricorda che qualsiasi esercizio fisico, se eseguito in modo scorretto, potrebbe risultare dannoso. In presenza di determinate patologie, problemi specifici, dolori persistenti, molti esercizi sono da evitare ed è opportuno consultare preventivamente una persona qualificata.

RIASSUMENDO


  • Evitare la vita sedentaria
  • Camminare, fare le scale e, se possibile, praticare uno sport

Ricordare inoltre che il sovrappeso e i tacchi alti favoriscono i dolori di schiena.

Se vuoi la consulenza di un esperto chiamaci o vieni a trovarci. Saremo lieti di metterci al tuo servizio

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